Situata su di un piccolo colle facente parte del territorio del Comune di Merate (LC), la villa De Ferrari Bagatti Valsecchi è il principale edificio di un pregevole nucleo residenziale-agricolo, tipico esempio superstite di quei limitati complessi urbani che costituivano una caratteristica specifica della Brianza collinare, qual era andata configurandosi prima dei grandi fenomeni di urbanizzazione verificatisi nel secolo scorso e, in particolare, dopo gli eventi della Seconda guerra mondiale.
Il nucleo è formato da un corpo principale costituito da una villa del diciottesimo secolo circondato dall’ampio giardino in prevalenza romantico, dagli edifici di servizio annessi e da una Corte rurale con abitazioni contadine e rustici per la localizzazione delle stalle e la conservazione delle derrate.Pregevole nel giardino la presenza di un piccolo laghetto sorgivo e la presenza di imponenti alberi secolari ad alto fusto, tra cui un maestoso Cedro del Libano datato 1836.
Il complesso appartenne alla nobile famiglia Ghilio che contribuì a dargli la sua conformazione attuale. La famiglia si estinse con Giacinta Ghilio, sposatasi con il nobile Pietro Bagatti e dalla sua morte la proprietà passò alla famiglia del marito, in seguito diventata Bagatti Valsecchi. Il nome che ancora oggi porta la Villa risale al 1920, quando il marchese Baccio De Ferrari sposa Maria Bagatti Valsecchi, figlia di Giuseppe Bagatti Valsecchi, illustre architetto milanese e ideatore, insieme al fratello Fausto, della casa museo Bagatti Valsecchi di Milano.
Importante fu il contributo che diede alla dimora proprio Pietro Bagatti Valsecchi (1802-1864), pittore ed artista (autore altresì della vetrata V40 del Duomo di Milano raffigurante il martirio di Santa Tecla) che qui lasciò alcune delle sue preziose opere, in particolare nel piccolo padiglione in stile neogotico eclettico, da lui aggiunto alla villa, sul prospetto ovest, a metà dell’Ottocento.
La Villa ed il suo giardino saranno lieti di accogliervi per ricevimenti, concerti, mostre ed altri eventi, oltre che per visite guidate, in prevalenza condotte dalla nuova generazione di proprietari, dove si alternano racconti di storia dell’arte a storie di famiglia.