Il castello, nato come fortificazione difensiva, ha origini antichissime. La sua struttura ne testimonia l’origine altomedievale, ponendolo tra i più antichi castelli conservati nella Lombardia. I tre elementi da cui era composto, il mastio sulla vetta del colle, la rocca a mezza costa, a cui il mastio pare fosse collegato attraverso un camminamento sotterraneo, e la torre nel borgo risalgono presumibilmente al X secolo, quando furono costruiti per difendere la pianura lombarda dagli invasori provenienti dalla Val Camonica e dal Brennero. Nel XII secolo, Alberto degli Albertonis de Capitaneis de Vertua, che fu rappresentante a Lodi della Lega Lombarda e firmò nel 1183 la pace di Costanza, ne divenne il proprietario. In epoca medievale il castello di Costa di Mezzate costituì un forte baluardo di difesa contro Niccolò Piccinino, che a capo delle truppe del Duca Filippo Maria Visconti, stava completando l’accerchiamento dell’esercito veneto condotto da Francesco Gonzaga, quando venne bloccato dalla strenua difesa della fortezza. Nei secoli successivi, il castello perse in parte il carattere di fortilizio medioevale, per adattarsi al nuovo gusto rinascimentale, trasformandosi in una signorile dimora. Nonostante questa trasformazione, ad opera dei discendenti di Alberto degli Albertoni, che nei secoli successivi abbandonarono il cognome Albertoni e mantennero solo il predicato Vertova, le sue vicende restarono strettamente legate alla storia italiana, come testimoniano i documenti contenuti nell’archivio e la visita di personaggi illustri, quali Margherita di Savoia, Regina d’Italia, e S. Carlo Borromeo, che vi soggiornò nel XVII secolo. L’ultimo discendente maschile dei Conti Vertova morì nella prima metà del 1800; la loro stirpe continuò in linea femminile con la contessa Elisabetta nei Camozzi de Gherardi Vertova, i cui figli scrissero le più belle pagine della Storia del Risorgimento Bergamasco. Di proprietà della contessa Maria Edvige Palma Camozzi de Gherardi Vertova, oggi il castello, con le sue antiche torri, le sale affrescate, il giardino all’italiana e le numerose opere d’arte in esso racchiuse, rappresenta un patrimonio storico e artistico di notevole pregio. Possibilità di organizzare visite guidate per gruppi di minimo 20 persone scrivendo a castellocamozzi@gmail.com.